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Mal di schiena cronico e modi per trattarlo

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Con l’articolo di oggi vorrei parlarvi del mal di schiena cronico (mal di schiena da più di 3 mesi) e dei diversi modi per trattarlo, dal momento che larga parte dei miei pazienti si rivolge a me per questo motivo.
Secondo il Global Burden of Disease (Istituto internazionale gestito dall’ OMS che studia l’impatto globale delle patologie), il mal di schiena cronico (CLBP) è la maggiore causa di disabilità nella popolazione che invecchia. Questo è dovuto principalmente all’incremento di una vita sedentaria. Solo in Inghilterra, nel 2013 i giorni di malattia dati per questa causa erano 7.7 milioni, per poi diventare 11.8 nel 2017 (1.89 milioni solo in giovani dai 25 ai 34 anni)!

Facciamo una piccola digressione e concentriamoci sulla definizione di dolore che offre l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno”. Il dolore è neurofisiologicamente parlando un stimolo elettrico convogliato al cervello tramite neuroni sensoriale, in particolare tramite il fascio spinotalamico. La percezione del dolore da parte del cervello (la corteccia somatosensoriale) poi è universalmente riconosciuto essere influenzata dalle emozioni, così come il senso di piacere. Riassumendo:
Stimolo del dolore -> Midollo Spinale (fascio spinotalamico anteriore -> Cervello.
L’aggiustamento chiropratico, come più volte sottolineato, agisce tra il primo e secondo step (vertebre); attraverso esso siamo capaci di influenzare e re-sintonizzare questo percorso, con evidenti conseguenze sulla percezione del dolore.

Il metodo allopatico invece (medicina generale) agisce diversamente: i farmaci infatti genericamente bloccano recettori cambiando la forma degli enzimi (inibizione competitiva) e di conseguenza il segnale non viene trasmesso. Teoricamente, il dolore non si sente, ma non è tutto rosa e fiori come sembra. Si interrompe un processo, tralasciando la causa. Ora passerò in rassegna i diversi farmaci utilizzati per il trattamento del CLBP.
– Paracetamolo. Il meccanismo di azione è tutt’ora poco compreso. Agisce come analgesico e antipiretico ma presenta controindicazione come problemi al fegato e ai reni, nausea, vomito, dermatiti, .. Il British Journal of Medicine nel 2015 ha effettuato uno studio nel 2015 concludendo che il paracetamolo è inefficace nel trattamento del LBP e offre minimi benefici nel breve periodo a pazienti che soffrono di osteoartrite. Ha inoltre dimostrato la sua dannosità nei confronti del fegato, 4 volte maggiore di un placebo.
https://www.bmj.com/content/350/bmj.h1225
– Oppioidi (Tramadolo, Codeina). Interagisce con i recettori oppioidi, quello che in realtà fa è creare intorpidimento, più che agire sulla funzione. Non vi è molta letteratura riguardo la sua efficacia sul LBP, sono molto studiate invece le sue controindicazioni, quali costipazione, nausea, stato di sedazione (breve termine); disfunzioni sessuali, assuefazione, depressione,.. (lungo termine). Uno studio ha dimostrato (BMJ; 2015) che il 59% dei soggetti sotto cura di oppiacei presentano controindicazioni nel breve termine e 90% nel lungo termine. Senza dimenticare i sintomi di astinenza, l’importanza di smettere gradualmente con la sua assunzione e il fatto che col tempo servono sempre dosi maggiori per avere concreti benefits dal momento che il corpo si abitua al farmaco.
https://www.bmj.com/content/350/bmj.g6380
– Anticonvulsivi (Gabapentina). Inibisce la neurotrasmissione dell’acido gamma amminobutirrico (GABA). È considerato un “nerve blocker” (blocca la trasmissione dell’impulso nervoso) e presenta controindicazioni quali spossatezza, giramenti di testa, istinti suicidi (44% dei pazienti sotto protratta assunzione di questi farmaci hanno tentato il suicidio). Se vi state chiedendo chi è il medico che vi prescrive un anticonvulsivo per un mal di schiena, sappiate che negli ultimi 2 anni la Gabapentina è diventato il farmaco più usato nel trattamento di sciatalgie in Inghilterra.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20388896
Inoltre, lo studio che vi riporto qua sotto, sostiene come i farmaci “nerve blocker” non siano adatti a trattare il mal di schiena cronico.
https://discover.dc.nihr.ac.uk/content/signal-000515/two-nerve-drugs-are-not-suitable-for-treating-long-term-low-back-pain
– Cortisone. Mima gli effetti del cortisolo e di conseguenza diminuisce l’infiammazione. Controindicazioni quali aumento di peso, ulcere gastrointestinali, problemi di sonno e osteoporosi. Per saperne di più sulla sua efficacia in pazienti con LBP acuto, cliccate su un mio precedente articolo: http://chiropraticavimercate.it/cortisone-e-risonanze-magnetiche/, oppure date un’occhiata a questo articolo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1832209.
– Antidepressivi e Benzodiazepamine. Diminuiscono il re-uptake di serotonina e noradrenalina nel passaggio tra assone e dendrite, teoricamente influenzano emozioni e sensazioni di dolore il primo; il secondo aumenta invece gli effetti del GABA. Le controindicazioni sono le solite più volte descritte (nausea, eccessiva sudorazione, vista sfuocata, delirii,..).
– Antinfiammatori non steroidei (NSAIDs; Naprossene, Diclofenac,..). Riducono l’infiammazione locale tramite inibizione degli enzimi COX1 e COX2. Il NICE (National Institute o Care Excellence), supporta la tesi che questo gruppo di farmaci può essere utile nel breve termine (2 settimane) per quanto riguarda il LBP non nel lungo, avendo controindicazioni quali una precoce degenerazione articolare, rischi cardiovascolari e gastrointestinali. Riassumendo, oltre le due settimane, le controindicazioni dei non steroidei superano i benefici per il mal di schiena.
https://www.nice.org.uk/guidance/ng59/documents/short-version-of-draft-guideline.

..E poi ci sono gli interventi chirurgici..
– Fusione vertebrale: la nostra colonna possiede 24 vertebre che si muovono fisiologicamente per mantenere un buono stato di salute. Fissarle, come conseguenza logica, può comportare unicamente disfunzioni per principio. Detto questo, studi dimostrano come le operazioni di fusione dei segmenti vertebrali siano correlate a maggior uso di oppioidi, maggior perdita di giorni lavorativi, e possibili nuove operazioni e differenti disabilità. Atkinson, nel 2016, mostra come questo tipo di operazione sia inefficace nel risolvere il mal di schiena cronico (https://www.mja.com.au/journal/2016/204/8/surgical-management-low-back-pain).
– Discectomia o Laminectomia: questi due tipi di interventi sembrano essere più efficaci della fusione vertebrale in termini di disabilità e dolore, ma vi è poca letteratura al riguardo. Nel breve termine, sembra esserci un buon rapporto tra questo tipo di intervento e miglioramento delle condizioni, che però poi svanisce dopo 5 anni dall’intervento, come l’articolo qui riportato suggerisce (perché alla decompressione dovuta alla rimozione chirurgica della lamina o del disco vengono sostituiti più repentini processi degenerativi). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2989258/.
– Ozonoterapia: ??? . Pratica usata prevalentemente in Italia. Non ci sono studi di valore che ne supportano l’efficacia, ma solo esperienze cliniche. Di conseguenza, preferisco non entrare nel merito.

CONCLUSIONE: la CHIROPRATICA è stato dimostrato avere grande validità ed efficacia per quanto riguarda il management del chronic low back pain, tesi supportata da numerosi studi (http://chiropraticavimercate.it/pubblicazioni/).

NON TENERTI IL MAL DI SCHIENA, SCONFIGGILO!

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