Buongiorno a tutti.
Eccoci ancora qua, a scrivere dopo una lunga assenza.
Premetto che questo articolo è dedicato prevalentemente ai miei pazienti, in particolare a coloro che hanno appena iniziato. L’argomento consiste in come funziona la Kinesiologia Applicata, col test muscolare come pilastro base, e perché con determinate manovre otteniamo un outcome diverso. Ve lo spiegherò in maniera semplice (la parte neurofisiologica è già stata spiegata nei precedenti articoli), in modo tale da dimostrare che non vi è nulla di taumaturgico, ma tutto ha un senso di natura scientifica.
Esistono tantissime tecniche chiropratiche, ma tutte partono da un assioma di fondo: “il sistema nervoso gestisce OGNI processo che avviene nel nostro corpo, di conseguenza il mantenimento della sua funzionalità è la base della nostra salute”.
Premessa principale: le fibre sensitive sono maggiori di quelle motorie. Il rapporto tra input afferenti e efferenti è 200.000 a 1! Di conseguenza si può comprendere come sia importante correggere le informazioni che derivano dalla periferia per correggere la risposta motoria (cosa che, ahimè, molte figure professionali spesso confuse con il chiropratico, NON FANNO).
I recettori che il nostro corpo possiede su diversi livelli sono innumerevoli, e non voglio annoiarvi elencandoveli tutti; ne citerò solo alcuni, dal momento che sono quelli coi quali i chiropratici “giocano” maggiormente: MECANORECETTORI disposti sulle articolazioni e PROPRIOCETTORI (fusi muscolari disposti longitudinalmente alle fibre muscolari e organi tendinei del Golgi disposti sui tendini). In generale, i primi sono sensibili a pressione e posizione dell’articolazione, i fusi alla lunghezza della fibra e gli organi del Golgi alla tensione tendinea. In base a tali parametri, essi invieranno impulsi elettrici con diversa frequenza a cervello e cervelletto.
Da ciò, si può dedurre facilmente come cattive afferenze, ad esempio articolazioni non allineate (sublussate) o muscoli ipertonici (rigidi), possano influenzare il prodotto efferente, dal momento che prima di compiere qualsiasi funzione il nostro computer centrale processa tutti i dati a disposizione. Uso spesso con i miei pazienti questa analogia: “se voglio scrivere un articolo sulla guerra in Iraq (esempio a caso eh !), è meglio avere 3 fonti o 100? Senza dubbio con 100 fonti il mio articolo risulterà, come minimo, più preciso”.
Quando correggo un’inibizione dunque, correggo le informazioni che invio al computer centrale, agendo per esempio su meccanorecettori delle articolazioni tramite un aggiustamento o meccanorecettori epiteliali tramite un tape, oppure manovre che stimolano i Fusi o i Golgi. Durante il pre-test, si localizza facilmente il punto da trattare, perché, applicando una leggera pressione, stimolo i corpuscoli di Meissner sull’epidermide e le informazioni inviate alla corteccia risultano diverse (con conseguente diversa risposta motoria). L’importante è SEMPRE ri-testare il muscolo o l’azione per constatare la differenza e la reazione del corpo.
Spero che l’articolo vi sia stato utile e che abbia risposto a una delle domande di frequente più rivolte. Se volete saperne di più sui nostri organi di senso, wikipedia aiuta sempre: sole di uomo