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The Study of Health

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I am back peeps!!!

Per l’articolo di oggi voglio partire da un assioma della Chiropratica, enunciato da BJ Palmer tanti anni fa: “Medicine is the study of disease what causes man to die, Chiropractic is the study of health and what causes man to live” (la medicina è lo studio della malattia che comporta la morte dell’uomo, la chiropratica è lo studio della salute che permette all’uomo di vivere).

Ora, ad occhio profano, sembrano due filosofie antitetiche, oltre ad essere una positiva e l’altra negativa.  Ovviamente non è così, bisogna spiegare bene il senso di queste parole, dal momento che Palmer non era assolutamente contro l’approccio medico. Tuttavia, si può dedurre da questa citazione un dualismo di fondo che risiede nell’approccio delle due filosofie, che non deve però essere rivale, bensì due punti di vista diversi che devono trovare sinergia nel benessere del paziente.

E’ indubbio che la medicina si focalizza sulla malattia (si fonda su un modello patofisiologico), la diagnosi stessa è lettura dei sintomi (spesso manifestazioni ultime di disfunzioni che si vengono a sommare nel tempo; il sintomo è il tassello ultimo di un lungo domino) ed è essenziale per stabilire il trattamento, che mira a ridurre e gestire i sintomi stessi affinchè il paziente possa andare avanti senza eccessive limitazioni. La Chiropratica invece si focalizza sull’ Health intesa come Salute: il chiropratico infatti difficilmente lavora sulle strutture patologicamente compromesse ma predilige attivare le strutture sane dal punto di vista medico ma che non stanno performando fisiologicamente in modo adeguato (ossia la disfunzione, i tasselli del domino precedenti all’ultimo). Questo permette di comprendere la predilezione di lavorare sulle cause, la parte dell’iceberg nascosta dall’acqua, più che la diagnosi, la parte che affiora in superficie. Inoltre, si manifesta il campo dove la Chiropratica da il meglio di sé: la prevenzione, molto più che il sollievo (sul ring del dolore non c’è nulla di meglio infatti di un antidolorifico, il problema giace nei side effects che questi farmaci comportano e nei loro effetti limitati nel tempo).

Dal punto di vista teorico sembra che lavorare sulla causa sia sempre possibile e più efficace: non bisogna essere così saldi nelle proprie convinzioni. Non bisogna essere manichei nei giudizi, ma contestualizzare la situazione e scegliere l’approccio più consono. “There no chemical solutions to a mechanical problem”. Se per esempio infatti la problematica è di natura meccanica (ernie del disco, irritazioni delle faccette, tendiniti, ecc ecc) bisogna utilizzare un’ottica della stessa natura per quanto riguarda il trattamento, e quindi lavorare sulle disfunzioni alla fonte. Se la sintomatologia è dovuta a un insulto esterno (come un batterio o un virus) è auspicabile il ricorso a una soluzione più “medica” (non per nulla gli antibiotici sono uno delle poche famiglie di farmaci ad agire sulla causa, ovvero l’infezione). Potrei fare ulteriori molteplici esempi, ma la regola rimane sempre una: bisogna contestualizzare la situazione e trovare la giusta soluzione; Chiropratica e Medicina infatti sono due facce diverse si, ma della stessa medaglia.

BJ Palmer
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