L’applicazione errata del termine e concetto di manipolazione mettendolo sullo stesso piano del concetto di Aggiustamento è diffusa endemicamente nelle professioni sanitarie, e spesso anche nella Chiropratica, la quale dovrebbe professarsi paladina di tale distinzione. Infatti, essi non sono sinonimi: l’intenzione, la realizzazione e gli obiettivi dei due approcci sono diametralmente opposti.
La manipolazione si basa su un proposito unico di ridurre il sintomo localmente; è qualcosa che una persona fa a un’altra persona. La manipolazione implica portare l’articolazione a fine ROM (ai limiti dell’escursione articolare), quindi altamente in tensione, e applicare una manovra a bassa velocità; la forza espressa rimane nell’articolazione. Questo comporta che i legamenti, la capsula articolare, i tendini e il complesso meningeale (che sono sotto tensione) si distendano eccessivamente portando col tempo a possibili micro lesioni. Per rendere il concetto, pensate ad un elastico che è stato tirato al massimo, e poi tirato anche oltre la propria capacità elastica..
L’Aggiustamento invece non si limita a una riduzione del sintomo ed è qualcosa che si fa con un’altra persona. Esso consiste in una manovra ad alta velocità e con giusta forza per correggere la Sublussazione. Si potrebbe dire che l’obiettivo è una velocità paragonabile a quella del fulmine. L’aggiustamento mantiene l’articolazione comoda, non sotto tensione. Solo dopo si aggiunge una forza che influenza e va nello spazio parafisiologico della medesima. Questa Forza viaggia nel Sistema Nervoso, con onde di energia che arrivano ai piani alti (come già spiegato in passato). I legamenti e gli altri tessuti molli sono meno soggetti a stress meccanici e subito dopo la manovra l’intera struttura una sensazione di “rebound”, ritorno elastico. Infatti avviene una sorta di contraccolpo e questa azione è cruciale per stimolare l’assetto neurofisiologico.
“There is an amazing power in delivering a simple, single service: to clear the Neurospinal System of Subluxation”.
